Sono una donna di sinistra, e ho votato due Sì alla riforma Previdenza 2020

Ho votato due Sì a favore della riforma Previdenza 2020. Non è stata una decisione facile, perché istintivamente avrei volentieri rigettato una riforma che prevede l’aumento dell’età pensionabile per le donne, visto quanto siamo già penalizzate sul fronte della discriminazione salariale e dell’accesso al lavoro. Ma non credo saggio inficiare una riforma necessaria e urgente, per una ingiustizia per la quale dobbiamo lottare con altri mezzi. Certo, nei miei sogni avrei preferito un maggior aumento delle rendite, ma il pragmatismo mi dice che se il popolo ha rigettato in votazione popolare l’AVSplus, significa che al momento non è pensabile ottenere più di quanto previsto. Certo, avrei desiderato un pensionamento flessibile più rispettoso della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, purtroppo dobbiamo lottare contro i progetti ventilati a più riprese dalle «vere riforme» della destra di innalzare per uomini e donne a 67 anni l’età della pensione.

Votare due Sì, impegna ancora di più tutti i progressisti a lottare affinché la parità non sia solo nei doveri, ma anche nei diritti delle donne e degli uomini, e possiamo farlo solo se investiamo nella parità salariale, ma anche a favore di salari che permettano di non dover far capo agli aiuti sociali anche quando il lavoro c’è, ma precario e sottopagato (stage, dumping, lavori su chiamata…).

Per capire meglio cosa implica questa riforma dal punto di vista concreto per le persone che andranno in pensione, ho consultato il sito curato dall’Università di Zurigo che spiega in modo semplice e accurato le modifiche legislative approvate nella riforma, mettendo a confronto la situazione attuale, le proposte del Consiglio federale con le posizioni delle due camere http://renten2020.ch/it/reformelemente/. Scopro così, ad esempio, che la nuova riforma ridurrebbe i supplementi AVS per chi lavora dopo i 65 anni, bonus di rendita che oggi arriva fino al 31% in più per chi lavora fino a 70 anni. La nuova proposta non impedisce di lavorare oltre, ma non incita più a farlo e forse è il modo migliore per il ricambio generazionale.

La riforma apporta dei miglioramenti anche sul fronte del pensionamento anticipato, che sarà più favorevole ai redditi medio-bassi grazie alla rendita che sarà ridotta meno rispetto ad oggi e all’aumento di 70.- franchi di rendita AVS al mese. La materia è complessa, non riducibile a qualche slogan. Votare, azione democratica per eccellenza, specie quando le proposte sono complesse e dalle conseguenze importanti, mi ha richiesto un certo impegno per farmi un’opinione, tempestando di domande scomode la mia rappresentante a Berna. E ho deciso per il Sì.

Pepita Vera Conforti, attivista femminista, Manno



 

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