Un’AVS forte e sicura

Sono una giovane donna che con la riforma sulla previdenza vecchiaia 2020 dovrà lavorare un anno in più e pagare più contributi. Ciononostante il 24 settembre voterò SÌ per due motivi principali: perché sono donna e perché sono giovane.

Avendo spesso lavorato unicamente a tempo parziale e a salari inferiori rispetto ai colleghi di sesso maschile, quasi il 40 percento delle donne dispone unicamente dell’AVS durante la vecchiaia. Questa riforma porta loro dei concreti miglioramenti, migliorando la copertura del secondo pilastro per coloro che lavorano part-time e alzando la rendita AVS di 840 franchi annui. Si tratta del primo miglioramento sostanziale dell’AVS da oltre quarant’anni. Non negherò che l’innalzamento dell’età pensionabile è un prezzo alto da pagare per noi donne, soprattutto visti la disparità salariale tuttora esistente e il mancato riconoscimento dei lavori di cura di cui ci occupiamo principalmente, ma è stato un compromesso necessario per riuscire a far passare la riforma in Parlamento e fermare così i piani della Destra borghese di fissare la pensione per tutti a 67 anni. Questo innalzamento è però compensato dalle altre misure previste e i vantaggi per le donne prevalgono.

Con la generazione baby-boom vicina alla pensione e il tasso di natalità in diminuzione, il finanziamento dell’AVS è a rischio. Il numero di persone in età lavorativa che con i propri contributi finanza la pensione di un anziano continua a ridursi: quando l’AVS fu introdotta erano 6,5 persone per ogni pensionato, mentre oggi sono solo 3,4. Questa riforma garantisce una base di finanziamento solida per gli anni a venire, cosicché anche noi giovani avremo diritto a una pensione dignitosa fra quarant’anni.

Concludendo, reputo che questa riforma si adatti ai cambiamenti sociali rafforzando allo stesso tempo l’AVS, il pilastro più importante e sociale del nostro sistema pensionistico. Votiamo SÌ il 24 settembre e battiamoci per una vecchiaia dignitosa!

 

Laura Riget, membro di comitato GISO

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